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Audizione pubblica sulla definizione dell'agenda UE per i diritti dei disabili 2020-2030

Public Hearing on Shaping the EU Agenda for Disability Rights 2020-2030

Il 21st ottobre l'EUD ha partecipato all'audizione pubblica organizzata dal Comitato economico e sociale europeo (CESE), incentrata sulla nuova Agenda dell'UE per i diritti dei disabili 2020 - 2030. Nel corso dell'audizione i partecipanti hanno esaminato quali insegnamenti si possono trarre dall'attuale Strategia dell'UE per la disabilità 2010-2020 e cosa si potrebbe cambiare o migliorare nella prossima Agenda dell'UE per i diritti dei disabili per il periodo 2020-2030.

L'assistente alle politiche dell'UED, Frankie Picron, ha evidenziato che i sordi europei incontrano ancora molte barriere nell'esercizio della libertà di movimento nell'UE. Ha sottolineato che l'Agenda per i diritti delle persone con disabilità 2020 - 2030 dovrebbe assolutamente includere questo tema e garantire che tutte le persone nell'UE possano godere della libertà di movimento. Ha inoltre evidenziato che l'Agenda per i diritti delle persone con disabilità dovrebbe includere una migliore raccolta di dati sui diversi gruppi di persone con disabilità, poiché al momento mancano dati sulle persone sorde nell'UE. 

L'EUD invita tutti a compilare il sondaggio e a valutare se l'attuale Strategia dell'UE per la disabilità 2010-2020 ha portato a politiche e misure adeguate a livello europeo, come ha influenzato l'attuazione della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità (UNCRPD) nell'UE e cosa dovrebbe essere affrontato nella nuova Agenda europea per i diritti delle persone con disabilità 2020-2030.

Tutte le pubblicazioni del periodo 2022-2026 sono cofinanziate e prodotte nell'ambito del programma Cittadini, uguaglianza, diritti e valori (CERV) della Commissione europea.

I punti di vista e le opinioni espresse sono tuttavia esclusivamente quelli dell'autore o degli autori e non riflettono necessariamente quelli dell'Unione Europea o del Programma CERV della Commissione Europea. Né l'Unione Europea né l'autorità concedente possono essere ritenute responsabili.

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