Strategia europea per la disabilità

Risposta alla consultazione pubblica sulla revisione della Strategia europea sulla disabilità 2010-2020

Introduzione

Nel 2010 la Commissione europea ha pubblicato la Strategia europea sulla disabilità 2010-2020 (la Strategia). L'obiettivo della Strategia è quello di rendere autonome le persone con disabilità in modo che possano godere di tutti i loro diritti e trarre pieno beneficio dalla partecipazione alla società e all'economia europea, ad esempio attraverso il mercato unico. Purtroppo, per le persone sorde nell'UE ci sono ancora molti ostacoli per raggiungere questo obiettivo e le persone sorde devono affrontare quotidianamente barriere e discriminazioni. L'EUD è quindi lieta di vedere che la Commissione europea sta dando seguito alla promessa di rivedere la strategia fatta durante la revisione della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità (CRPD) nell'agosto 2015. Poiché dopo la pubblicazione della Strategia, l'UE ha ratificato la CRPD e ha avuto il suo primo riesame che ha portato alle prime raccomandazioni sotto forma di Osservazioni conclusive, incoraggiamo la Commissione a rivedere la Strategia tenendo conto delle raccomandazioni fatte dal Comitato CRPD nel settembre 2015.

Sondaggio dell'EUD ai suoi membri

L'EUD ha condotto un'indagine tra i suoi membri chiedendo loro di fornire esempi reali per verificare se e come la Strategia abbia migliorato la vita quotidiana nei loro Paesi. 21 Paesi, che rappresentano il 68% dei membri dell'EUD e il 64% degli Stati membri dell'UE, hanno risposto al sondaggio.[1] Le barriere che attualmente esistono e che sono state rimosse non sono necessariamente dovute alla Strategia o grazie ad essa. Le barriere esistenti potrebbero essere legate alla mancanza di ratifica o addirittura di attuazione della CRPD da parte dei governi nazionali, così come molti risultati potrebbero essere il risultato del lavoro dei governi nazionali nell'attuazione della CRPD. Tuttavia, con un documento politico a livello europeo come la Strategia, è importante valutare come questa influenzi e integri altre decisioni dell'UE e incoraggi gli Stati membri a seguirla nelle loro politiche nazionali; per questo motivo è di grande importanza fornire esempi reali di persone che purtroppo si trovano ad affrontare barriere e discriminazioni su base quotidiana.
[1] I Paesi che hanno risposto all'indagine sono: Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Croazia, Danimarca, Finlandia, Francia, Grecia, Ungheria, Islanda, Italia, Lettonia, Lituania, Malta, Paesi Bassi, Norvegia, Romania, Slovenia, Spagna, Svezia e Svizzera. Tre di questi Paesi non sono Stati membri dell'UE, ma le loro risposte sono state incluse in questo documento per mostrare anche vari esempi positivi e/o negativi di come affrontare gli obiettivi elencati nella Strategia. Inoltre, il Belgio viene conteggiato come un unico Paese in questo documento anche se è rappresentato da due associazioni di sordi, che hanno entrambe risposto all'indagine EUD. Nei pochissimi casi in cui le due risposte del Belgio differiscono, nelle statistiche il dato viene diviso a metà, ovvero 0,5 di un Paese.